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NOI PORTIERI DI CALCIO per Serena Grigioni

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NOI PORTIERI DI CALCIO promuove un’iniziativa di solidarietà nei confronti di Serena Grigioni figlia del nostro amico Adalberto, attualmente preparatore dei portieri della S.S. Lazio Prima Squadra.

Serena è stata colpita da una rarissima malattia che ha colpito solo 200 persone al mondo. Dopo diversi e inutili tentativi di cura e interventi eseguiti in Italia, Serena ha deciso di andarsi a curare in America dove sembra vi sia maggiore conoscenza della “neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche”.

LA STORIA DI SERENA GRIGIONI

Serena Grigioni, è volata negli Stati Uniti per curare la “neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche” da cui è affetta. Si tratta di una malattia rarissima, 200 casi al mondo, che è entrata nella vita di Serena 7 anni fa. Da allora è cominciato il calvario di operazioni, visite, dolori e diagnosi sempre incerte. “Sette anni fa – racconta Serena – ho cominciato a stare male fino a dover subire un’operazione all’intestino. I medici mi dissero che si trattava di qualcosa di raro ma di non sapere cosa fosse. Dopo quel primo intervento comunque, per un periodo sono stata benino. A gennaio 2010 però, dalla sera alla mattina, sono rimasta temporaneamente paralizzata. Sono stata ricoverata per due mesi. Poi ho cominciato ad avere attacchi frequenti agli arti, dolori atroci. A causa dei danni ad intestino e stomaco, per mangiare devo assumere dei farmaci. Tra settembre e dicembre ho subito tre interventi chirurgici alla vescica e mi hanno inserito un neurostimolatore al midollo ma, data la situazione compromessa, nemmeno quello svolge bene la sua funzione”.

Dopo tante mancate risposte, ad aprile Serena si è rivolta all’Istituto neurologico di Bologna dove le hanno diagnosticato per la prima volta la “neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche”, una patologia che danneggia le fibre nervose sia degli arti che degli organi. Una malattia talmente rara da essere quasi sconosciuta ai medici italiani che inizialmente hanno proposte delle cure, rivelatesi inefficaci, e poi hanno gettato la spugna: “Mi hanno detto che non avevano mezzi per aiutarmi. Ho quindi cominciato la ricerca all’Estero”. Alla fine si è rivolta alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota dove “c’è una dottoressa che si occupa di questa tipologia di malattie. Non so quanto tempo dovrò restare nella clinica ne quanti soldi mi occorreranno ma so che i costi delle cure americane sono altissimi”. Serena dovrà probabilmente assentarsi per molto tempo dal lavoro: è medico specializzando in Igiene e medicina preventiva, presso l’ospedale di Terni.

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